Storace: la nostra è una battaglia di valori, non di potere.
Il Gazzettino di oggi pubblica un’intervista a Francesco Storace. Eccola, di seguito.
di Ario Gervasutti

Senatore Storace, le riporto una battuta che gira tra i suoi ex compagni di partito: fonda “La Destra”, e come primo atto si allea con “la Dc”….La ferita per un divorzio consumato in estate è ancora troppo fresca, figurarsi poi per uno come l’ex ministro della Sanità che in quanto a battute ha poco da imparare. Così Francesco Storace carica a testa bassa, non c’è nemmeno il bisogno di pronunciare il nome “Fini”. «Chi lo dice dimentica che per cinque anni è stato al Governo con Giovanardi, Baccini, Buttiglione… Vogliamo continuare l’elenco? In realtà il movimento di Berlusconi che adesso etichettano come “nuova Dc” c’era prima e c’è ora, seppure sotto un’altra forma. Noi continuiamo a essere la destra che abbiamo sempre voluto rappresentare». Quindi conferma che non confluirete nel Partito delle Libertà, e non parteciperete alla sua costituente? «Proprio questa mattina il partito ha approvato un documento molto chiaro in tal senso. Il momento di massimo conflitto con Fini è stato quando lui ha fatto approvare da An il documento del luglio 2006 in cui indicava la strada verso il partito unico. E volete che adesso lo facciamo noi? In realtà Fini litiga con Berlusconi perché il Cavaliere gli ha “bruciato” l’idea». Berlusconi ha la volontà di essere il “centro” dello schieramento parlamentare. Ma voi che vi alleate a fare, se vi siete staccati da An proprio perché troppo “di centro”? «Ma allora non riesco a spiegarmi: il centrodestra è fatto dal centro e dalla destra. Noi siamo la destra. O cancelliamo per legge il diritto ad esistere di determinate idee e valori?». Ma se Berlusconi ha rotto la Cdl perché stufo di trattare all’infinito in assenza del partito unitario, perché dovrebbe riproporre lo stesso schema con La Destra? «È una sua legittima aspirazione quella di avere un solo partito unitario in tutto lo schieramento. Io pure vorrei un partito unitario, ma di destra. Siccome però entrambe le ipotesi non sono nell’ordine delle cose, entrambi siamo impegnati a costruire un percorso comune. Noi nasciamo perché i valori vengono prima del potere. Poi Berlusconi può anche non volerci come alleati, ma la conseguenza è che perde le elezioni». Veltroni dice che l’operazione Storace ha solo il compito di mettere paura a Fini, di convincerlo ad arrendersi a Berlusconi. «Può dire quello che vuole. Non è vero per motivi cronologici: mi sono dimesso da An il 3 luglio, e non potevo avere la sfera di cristallo per prevedere il pandemonio di questi giorni. Abbiamo solo risposto a un’esigenza che si sentiva nel Paese, e abbiamo voluto aggregare tante persone che ci chiedevano di fare un partito. Possono votarci o no,ma non impedirci di formare un partito». Come lo vede Fini insieme a Casini per costruire la “cosa bianca” con Montezemolo e Pezzotta? «Fini non lo dice che quella è la sua ambizione, ma lo pensa. Sarebbe assolutamente logico, visto il percorso che ha fatto. Magari avrà qualcosa da spiegare ai cattolici e oltre Tevere: ma da quelle parti sono abituati al perdono…». Lei si è chiesto a che titolo alcuni del centrodestra parlino con Veltroni di riforme. Non è legittimo? «Se Fini va da Veltroni a parlare di altro che non sia la sola legge elettorale, vuol dire che punta a prorogare la durata della sinistra al potere. Non credo che Veltroni potrà dichiarare palesemente di voler buttare a mare il Governo; quindi, accettando di discutere per mesi e mesi il risultato sarebbe inevitabilmente la sopravvivenza di questo governo inqualificabile». Alcuni sondaggi vi danno al 3%: ma se passa una legge elettorale con uno sbarramento alto, potrebbe essere un successo inutile. «Oggi il dato è virtuale, ma siamo comunque l’ottava forza politica di questo Paese. Se ci sarà uno sbarramento alto ci incaricheremo di superarlo. Ma noi facciamo una battaglia di valori, non di potere: non ci spaventa lo sbarramento. Noi vogliamo piuttosto che nella legge elettorale sia reintrodotta la preferenza: queste sono le cose da discutere. E mi chiedo perché nessuno la vuole». Fini dice che ci sarebbe il rischio di favorire voti di scambio in favore di candidati magari collusi con la mafia… «Basta non candidarli, che ci vuole?». E se Berlusconi avesse davvero in mente, come molti sospettano, un accordo con Veltroni per giocarsela tra i due grandi partiti, e chi vince si prende tutto grazie a un premio di maggioranza? «C’è anche chi sostiene che Cristo è morto di freddo, ma io non ci credo». Non la insospettisce la sostanziale indifferenza (o tranquillità) di Bossi? Ha in tasca qualche accordo con Berlusconi? «Che Bossi sia un alleato, non ho il minimo dubbio. Perché dovrei essere preoccupato? Io so solo che noi siamo disponibili a negoziare con tutti un’alleanza, che sarà sempre indispensabile, contro la sinistra». Anche Alessandra Mussolini ha applaudito la svolta di Berlusconi, e non è escluso che confluisca nel PdL. Dovrà averci a che fare… «Credo che per lei sia legittimo pensare a una sistemazione personale. Piuttosto, il problema è di chi se la prende…».