venerdì 31 ottobre 2008

Scontri, feriti e arresti a piazza Navona...per non cadere nella trappola

Prevedere quello che è accaduto a Piazza Navona era stato fin troppo facile. Non serviva nemmeno essere un medium o un maghetto da 4 soldi. Non serviva la palla di vetro, perché è la storia italiana che si ripete sempre. Si manda in piazza gli studenti, i pi giovani, quelli animati giustamente dalla passione, rossa o nera che sia, per regolare in realtà i conti dei più grandi. Accadde nel ’68, accadde nel ’77, accadde negli anni ’90. Accade ora. E come sempre a mestare nel torbido e ad orchestrare storie già viste ci sono sempre i media. Certi media che, incapaci di fare il proprio mestiere e quindi di rendere la verità chiara come è il sole e soprattutto in crisi, forte crisi di vendite, forniscono ai lettori e quindi agli italiani tutti, una versione artefatta, faziosa e palesemente bugiarda.
Come sempre accade anche oggi gli scontri avvenuti a Roma in piazza Navona, per certi media, hanno una sola matrice politica: quella nera, quella estremista, quella perfida e violenta che si scaglia contro i soliti poveri studenti democratici (chissà com’è gli studenti di sinistra sono sempre democratici mentre quelli di destra o di centro sono, male che vada, reazionari conservatori se non bombaroli in erba) che manifestano contro una iniqua riforma della scuola. Come se a scuola ci andassero solo loro. Eppure, nonostante i titoli basterebbe guardare il video che è apparso sul sito http://www.repubblica.it/ oppure quest'altro decisamente più completo http://it.youtube.com/watch?v=5wTeI_tatoY per fugare ogni dubbio su chi sono gli aggressori e chi gli aggrediti. Si vedono chiaramente e senza ombra di dubbio gli studenti del Blocco Studentesco che parlano e affermano le loro ragioni ad una folla di giornalisti quando improvvisamente vengo presi d’assalto da un gruppo di studenti di sinistra armati di caschi e bastoni. Eppure sullo stesso giornale telematico appaiono titoli diversi che affermano il contrario. Probabilmente in quella redazione qualcuno a ritirato fuori dalla naftalina il vecchio eskimo, lasciando nel cassetto la famigerata AZ 36 ed impugnando un mouse e battendo le dita su una tastiera. Ben conscio del fatto che ferisce più la penna che la spada. Soprattutto nell’era della comunicazione.
E a conferma di quanto affermiamo c’è anche il resoconto delle forze dell’ordine che, non si sa come mai, hanno fermato gli aggrediti e non gli aggressori “democratici”. E sì, è proprio vero che la storia si ripete! La speranza è che però questa storia si fermi qui, perché se dovesse realmente ripetersi sarebbe una storia che sfocerebbe in violenza, sangue e lutti. E non si deve cadere in questa ennesima trappola che viene messa in azione ogniqualvolta la politica si trova in grosso affanno a causa delle gravi crisi economiche.
Ci spiace ma abbiamo già dato. Anche troppo abbiamo dato in termini di sangue e caduti. Stavolta non ci stiamo e non cadremo nella provocazione stupida e assurda di chi ha come dolo ed unico collante un antifascismo d’accatto, vittimista, qualunquista e perverso.

Richelieu