Ormai da alcuni giorni il palcoscenico mediato è saldamente nella mani della politica. Ovvio, scontato, impossibile il contrario.
Berlusconi, come sempre, ha saputo dare la sterzata al momento giusto. Un mago della politica? Non credo. Credo più in un Berlusconi che si è dimostrato vero statista e politico
con i "cosiddetti". Una figura che mancava sullo scenario politico nazionale ormai da decenni. Quindi nulla di strano se sulle pagine dei giornali e sulle televisioni trionfa
la politica. In fondo con "l'operazione San Babila" il Cavaliere ha dato il via alla III Repubblica gettando alle ortiche il passato e la II Repubblica che nessuno rimpiangerà.
Ma l'Italia e gli italiani non vivono di politica. Gli Italiani fanno i conti tutti i giorni con i soldi che non bastano più. Con gli stipendi che hanno sempre meno potere d'acquisto.
Con le bollette sempre più stratosferiche, con i mutui casa giunti a livelli insostenibili, con le banche che strangolano cittadini e imprese, con l'aumento dei prezzi in tutti i settori.
Con la criminalità che invade le strade di tutte le città, da nord a sud. Indistintamente.
No, gli italiani non vivono di politica. Gli italiani sono arrivati a mangiare realmente "pane e cicoria". Quindi, dopo le sfuriate di rito da parte di chi si è sentito detronizzato e defraudato di un ruolo che evidentemente non merita, dopo le minacce e le affermazioni fuori luogo che lasciano a qualcuno il giusto risentimento e anche una "sonora grattata di p....", è giunto il momento
di tornare alle cose concrete. A quelle cose che interessano veramente gli italiani, stanchi sì di un governo e di una maggioranza inesistente, ma ancora più stanchi di arrivare a Natale con
una tredicesima completamente bruciata da tasse, balzelli, aumenti e debiti.
E' ora di dire a chiare lettere che è giunto il momento di pensare agli italiani. Di non abbandonarli in nome e per conto di uno scranno senatoriale o parlamentare, in nome e per conto di un posto in qualche consiglio di amministrazione, in nome e per conto di un ipotetico ministero. In nome e per conto di quella famosa casta che tutti sembrano aborrire ma di cui tutti fanno parte integrante. E a pieno titolo viste le sceneggiate di questi giorni degne del più grande Mario Merola.
Tornare in piazza, tra la gente. Ascoltare i bisogni, le necessità, i problemi di tutti noi. Cercare di condizionare il Palazzo. Metterlo con le spalle al muro. Questo è quello che l'Italia e gli italiani vogliono. E la politica, soprattutto quella di destra ha l'obbligo e il dovere morale di farlo. Per fare una rivoluzione non servono sempre e solo le armi ed un tributo di sangue, per fare le rivoluzioni basta avere le palle. L'importante è che non siano di velluto.
Stefano Schiavi
Direttore responsabile